
“Ti capita di guardare le stelle? – ebbe inizio proprio così.
“Uh! Se mi capita!” – rispose.
Le stelle e le loro costellazioni sono l’unica somma di minerali capace di scalfire anche un diamante.
“Ti capita di chiederti se sia tutto reale?”
“Uh, se mi capita!”
“E la risposta qual è?”
“Se lo senti dentro di te, può solo essere vero.”
Succedono dei CLICK e dei BAM che non hanno spiegazioni reali. Se le avessero la magia con cui scattano svanirebbe in un soffio.
Come quando raccogli un dandelion, lo ammiri, lo rimiri, lo alzi al cielo e, incamerata tutta l’aria possibile, ci soffi così forte da farlo svanire.
PUFF! La magia si disperde.
Allora decidi di non soffiare perché i tuoi desideri si sono già avverati, senza bisogno di soffiarci sopra.
Lo custodisci in una campana di vetro e lo tieni con te in ogni istante per godere della sua leggerezza, della sua preziosità.
È delicato il dandelion, molto di più di una rosa.
Te ne prendi cura con grande gentilezza perché la sua incantevole natura ha la capacità di alimentare la tua grazia.
“Non ti sembra di essere usciti da Norwegian Wood di Murakami?”
“Se è per questo mi sembra che siamo usciti da milioni di libri e di canzoni. Siamo così perfettamente eterei!”
“È tutto talmente surreale che se esistessimo davvero saremmo un sogno a occhi aperti.”
“Vieni qui, avvicinati. Lascia che ti abbracci.”
Oh, un abbraccio! Quanto amava essere abbracciata?
Sentirsi avvolta e al sicuro, protetta da ogni intemperie.
Era come se lui avesse aperto un ombrello gigante sotto il quale potevano ripararsi dai colpi bassi della realtà.
Eppure lei ha sempre evitato gli ombrelli, specie quelli altrui, perché aveva paura che una tromba d’aria potesse accartocciarlo e lasciarla inerme.
Senza l’ombrello si sentiva più forte e, invece, si rendeva conto che un ombrello può essere utile, soprattutto se lo si tiene con più mani.
“Ti va di ballare?”
“Ehm… ballare? Io? Veramente… sai… non amo molto ballare.”
“Ma è un ballo lento lentolento lentissimamentelento!”
“Oh! Sembra piacevole.”
“Lo è. Io mi avvicino a te, tu ti avvicini a me e ci abbracciamo.”
“E poi?”
“E poi… non devi far altro che ondeggiare seguendo il tempo dei nostri corpi.”
“Ci sto.”
“Avvicinati, allora.”
Entrambi fecero tre passi l’uno verso l’altra, avevano già iniziato a ballare.
“Domani tutto questo esisterà ancora?”
“Domani è già arrivato.”