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Tu che lavoro fai?

16 Ott

Il mondo del lavoro è diventato un’enorme barzelletta!

Perché? Semplice: parolone in inglese, giri di parole sofisticate, descrizioni pazzesche per i vari ruoli e poi concretamente o si fa tutt’altro o basterebbe un solo termine, vecchio quanto l’uomo, per dire la stessa cosa in modo più comprensibile e veritiero.

Così oggi succede che, quando si chiede a una persona che lavoro faccia, ci si perda in una serie incomprensibile di definizioni, frasi fatte, sponde e rimbalzi tanto che alla fine chi ha fatto la domanda esclami: “Ah, capisco!”. Ma la verità è che ha capito un bel niente!!

Di nuovo, perché? Perché oggi la maggior parte delle persone è laureata e sempre più difficilmente riesce a trovare il lavoro idoneo ai suoi studi, dovendosi accontentare di ciò che offre il mercato (ed è un miracolo se offre!). Un laureato, soprattutto se con pieni voti, sarà troppo orgoglioso per dire che, dopo essersi impegnato tanto negli studi, sia finito a fare un lavoro qualunque; un lavoro che fino al giorno prima aveva snobbato; un lavoro che lo avvilisce…

Quindi, mi vien da pensare che con un sottile e malefico gioco psicologico i professionisti di HR abbiano capito che l’unico modo per propinare ai laureati determinati ruoli sarebbe stato quello di “inventarsi” nuove definizioni per vecchi e disdegnati lavori. Il laureato si riapproprierà della propria autostima e fierezza e non si vergognerà più di dire quale lavoro svolge.

Il lato positivo di queste definizioni “fantascientifiche” è il permettere, alla fine della fiera, ai giovani laureati maltrattati di riuscire a sfruttare la propria laurea trovando il lavoro giusto. Come? Semplice anche questo: “l’occasione fa l’uomo ladro!”. 😉